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14/07/14

Germania 1 - Argentina 0. Merkel esulta, io no.



Merkel festeggia il gol di Götze

Tutti i messaggi di congratulazioni alla squadra tedesca che oggi ho potuto leggere sui social media e sui giornali mi han fatto venire il voltastomaco. Se il mondiale fosse un mero evento sportivo li avrei anche sottoscritti, ma purtroppo la faccenda è un altra.


Purtroppo ci sono collegamenti indecenti tra lo sport d'elite, la politica e l'economia. Quando un paese vince il mondiale ottiene una proiezione internazionale che favorisce un miglioramento a breve termine della sua economia, nelle esportazioni per esempio, e che allo stesso tempo fornisce una tacita legittimazione ai suoi leader, la cui posizione si vede quindi rafforzata.


Insieme alla vittoria della squadra tedesca non posso fare a meno di vedere, come si è visto durante la partita, la faccia di felicità della heil cancelliera che attraverso l'UE, insieme al suo fiero ministro dell'economia, impulsa le misure di austerità che hanno già strangolato molti cittadini europei.


La germania (sì, in minuscolo), i suoi politici, le sue ansie imperialistiche, le sue imposizioni all'Europa, la sua ingerenza nelle faccende di altri Stati attraverso l'UE, il suo neoliberismo, il suo discutibile ruolo di dominio sul continente, la sua ossessione per l’austerità senza criterio, sono rafforzati dai risultati di questa finale. Certo che è pazzesco; lo sport dovrebbe essere sport, ma alla fine viene usato dal potere politico per legittimarsi. Che lo spieghi la presidentessa del Brasile, che dopo la magra figura della sua squadra corre il serio rischio di non essere rieletta alle elezioni che il paese celebra quest'anno.


Oggi in Europa non si ha bisogno di più germania; la Grecia, l’Italia o la Spagna non hanno bisogno di più germania. L'Europa ha bisogno di più Europa, partendo dalla diversità, dalla complessità che la contraddistingue e che è la sua vera ricchezza economica e morale.

E' un crimine che uno Stato si imponga sugli altri per mezzo di una guerra sporca che utilizza l’economia come arma. E' un crimine imporre quell'austerità che ha impoverito la maggioranza dei cittadini. È un crimine dettare criteri d’azione e misure responsabili della sofferenza e della morte di sempre più persone.


Per tutto questo come sostenitore della giustizia sociale e dei diritti dei popoli di fronte al potere dell'oligarchia neoliberista, amante della libertà individuale, difensore della dignità umana, oggi io non celebro la vittoria della squadra tedesca.


Purtroppo questa vittoria sportiva significa più Angela Merkel e più Angela Merkel non è ciò di cui i cittadini europei hanno bisogno per ritrovare la loro dignità, quella dignità che l'austerità senza criterio gli ha rubato.


Speriamo che la quarta stella sia una stella cadente.

31/03/12

Barcellona 29marzo, sciopero generale. Chi sono i veri violenti?


Centro città
Se c’è una cosa che mi rende nervoso oltre alla mancanza di senso comune di una gran parte della razza umana è la sua tendenza acritica alla pecoraggine. È pur vero che questa maggioranza cerebrolesa non ha colpa se la élite dominante le ha fuso i neuroni a base di TV, playstation, Iphone, manipolazione mediatica, veleni negli alimenti ed altre nefandezze.
 
Mi ero ripromesso di stare zitto, ma di fronte a tanta retorica spicciola circa gli incidenti di Barcellona nel giorno dello sciopero generale non ci riesco.

Verso sera giovedì scorso nel centro della città comitale sono stati dati in pasto alle fiamme alcuni cassonetti e distrutte delle vetrine con le conseguente risposta della polizia. Non è stata una novità; qui succede, è prevedibile, ma i media di (dis)informazione di tutto il mondo si sono fatti eco di quanto successo come se si trattasse di qualcosa degno di nota. In realtà questo tipo di notizie offre quel drammatismo di cui hanno bisogno i media per bombardare emotivamente il gregge.

Da queste informazioni distorte è iniziato il ballo dei commenti delle forze politiche, giornali ed altri agenti del potere. All'unisono si eleva la condanna nei confronti dei violenti antisistema che intorbidiscono lo sciopero pacifico e le rivendicazioni dignitose. Il pecorume senza cervello si unisce al rifiuto acritico, ripetendo come un robot  gli slogan dei telegiornali. L'emozione prende il sopravvento sulla massa e la critica acritica diventa uno standard. Beeee, beeee, beeee. Non si sente altro.

Centro città
Anche le masse presuntamente sveglie aderiscono alla condanna globale; i pacifisti sbandierano la loro peaceandlove ed i fiori, i fiori ai quali i mossos rispondono con gas lacrimogeni, sparando proiettili di gomma. D'altra parte, gli oppositori del nuovo ordine mondiale criticano la violenza perché sostengono, giustamente, che l'élite sta solo cercando il caos per imporre misure restrittive alle libertà personali. Tutti condannano pubblicamente la violenza di questi gruppi che la propaganda del regime neoliberista ha descritto come una forza paramilitare organizzata e specializzata in guerriglia urbana. Da giovedì si sentono i ritornelli di questo vomitevole politicamente corretto.

Certamente alla sera il centro di Barcellona odorava a cassonetto bruciato, volavano pietre, bottiglie e gruppi di giovani incappucciati fuggivano dagli spari dei robocops della Generalitat. Certamente il pavimento di Plaça Catalunya era ricoperto di pietre lanciate dagli antisistema. Certamente alcune vetrine di Starbucks, Zara, il Corte Inglés e il Deutsche Bank sono state fatte a pezzi. Questo si chiama violenza fisica e non nego che sia stata utilizzata.

La polizia contro madre e figlio in Piazza Catalunya
Ma la violenza fisica non è l'unica forma di violenza. Ci sono anche la violenza emotiva e la violenza mentale. Lo sfruttamento è un'altra forma di violenza. L'arroganza e il paternalismo sono violenza. L'imposizione e la manipolazione sono violenza. Non sono scioccanti come la violenza fisica, ma sono più dannosi per quanto sia possibile. Queste forme di violenza silenziosa le subiscono ogni giorno tutti i cittadini del mondo da parte del sistema.
Zara e HM sfruttano i lavoratori umili in Bangladesh, che letteralmente muoiono per colpa delle sostanze chimiche utilizzate per tingere gli abiti venduti nel negozio distrutto a Passeig de gràcia. Inoltre pagano salari da fame ai loro commessi. Il Corte Inglés ha minacciato di licenziare quei dipendenti che avessero aderito allo sciopero. L'attuale governo ha approvato una riforma del lavoro aggressiva, come lo stesso ministro dell'economia ha proclamato all'interno dell'UE. Starbucks e le altre multinazionali alimentari distruggono l'agricoltura tradizionale gettando milioni di contadini nella miseria. La Deutsche Bank e le banche in generale umiliano e dissanguano numerose famiglie. La giustizia si applica solo se ti chiami Luigi Sonnessuno e rubi un pezzo di formaggio al supermercato, perché muori di fame; per i veri ladri esiste lo scudo fiscale. I media manipolano emotivamente con le loro notizie di parte. I politici hanno a disposizione strumenti di repressione legali come le forze dell'ordine. Non è forse violenza tutto ciò?

Antisommossa pronti ad intervenire
Quattro cassonetti bruciati, alcune vetrine di odiose multinazionali infrante  e un paio di filiali di usurai distutte non mi sembra un granché. Chi sono i veri violenti?

La vera violenza è quella del capitalismo e dell’élite neoliberista. Violenza sono le loro imposizioni paternalistiche, il loro sfruttamento del pianeta, il loro disprezzo per la giustizia sociale, la loro corruzione, il loro desiderio di controllare, la loro arroganza, il loro clientelismo. Violenza è screditare il presidente dell'Ecuador Correa e dare il nobel per la pace ad Obama. Violenza sono le commissioni bancarie abusive. Violenza è non avere la possibilità di avere una casa. Violenza sono le imposizioni dittatoriali del Merkelué. Violenza è la persecuzione degli indios e del loro territorio da parte delle compagnie petrolifere. Violenza sono le riforme liberticide...

Il resto, quattro cassonetti bruciati e due vetrine distrutte, sono peccati veniali.

10/02/12

La pericolosa inutilità dei tagli promossi dalla politica neoliberista


Da tempo ormai si percepisce che tutte le misure che vengono decise dai palazzi del potere e che si portano a termine per risolvere i problemi generati dalla crisi non solo non sono effettive, ma addirittura peggiorano la situazione. Lo sanno i pensionati, i lavoratori del settore pubblico e privato, la classe media e in genere tutte quelle persone che ogni giorno constatano come il loro potere d’acquisto ed il loro benessere diminuiscono; mi riferisco al 90% della popolazione.

Nonostante questo evidente e desolante panorama che ci ha condotto alla recessione, l’UE per mezzo di Angela Merkel, l’FMI, il BCE, la politica del Consiglio Europeo insistono sulla necessità di un  maggiore rigore fiscale e sulla drastica riduzione del debito pubblico che alla fine vuole dire maggiori tagli alle prestazioni sociali, ai salari, alle pensioni, all’istruzione, alla sanità e allo stato di benessere dei lavoratori. Le classi alte invece non soffrono alcuna crisi; lo sappiamo dagli indici di consumo che spiegano che la vendita di beni di lusso è aumentata negli ultimi anni. Per questo la crisi sta diventando sempre più odiosa; rivela spudoratamente che c’è una minoranza che vive a spese della maggioranza.

Logicamente i tagli fanno sì che la gente consuma di meno –se ci sono meno soldi si spende di meno- e che quindi l’economia di consumo invece di progredire si comprima. I tagli sono inutili, lo dimostrano i dati che indicano che la fiducia dei mercati che si pretendeva di ristabilire con le misure draconiane non è apparsa da nessuna parte in quei paesi in cui sono state applicate. Gli interessi del debito pubblico continuano ad essere altissimi in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna ed Italia. Tutti questi paesi hanno applicato senza battere ciglio la linea dei tagli ma il loro debito pubblico non è sceso; di fatto in tutti quanti è aumentato come percentuale del PIB. In Spagna è passato dal 36% al 68% del PIB, in Portogallo dal 68% al 102%, in Grecia dal 107% al 161%, in Irlanda dal 25% al 107% e in Italia dal 103% al 120%. 
I tagli propiziati dalle politiche neoliberiste hanno per tanto dimostrato la loro inutilità se pretendono di ridurre il debito pubblico, ma la cosa più sconcertante è che i mercati considerano che gli Stati non potranno pagare il debito se non crescono , ma la mancanza di crescita genera la famosa sfiducia que Merkel & co. pretendono di abbattere. È evidente che la sfiducia continua ad esistere nonostante i tagli.

Ci sarebbe allora da chiedersi perché i governanti non vedono una cosa così ovvia e non cambiano rotta. Imboccano una strada sbagliata anche ora che sembra che si siano resi conto che è necessario promuovere misure che favoriscano la crescita. Fino a poco tempo fa dicevano che la mancanza di crescita era dovuta all’eccessiva spesa pubblica e adesso predicano che è colpa dei salari troppo alti. Per questo entriamo ora nella fase delle riforme del lavoro che ridurranno gli stipendi, gli indennizzi oltre ad abbattere le conquiste sociali dei lavoratori. Non bisogna essere un indovino per sapere che la stupidità neoliberista farà crollare l’economia dei paesi maggiormente colpiti dalla crisi; di fatti nell’ottica del consumo il problema più grande per i PIIGS è la mancanza di domanda. Da un lato la domanda è scesa a causa dell’enorme abbassamento dei redditi da lavoro, gli stipendi che si traducono in potere d’acquisto, e dall’altro è stata ridotta dalla scarsità di credito causata dal vertiginoso aumento dei redditi da capitale finanziario, ossia degli speculatori neoliberisti.
La riduzione dei salari che ora viene predicata e la riduzione della spesa publica ridurranno ulteriormente la domanda di beni di consumo, provocando un pericoloso circolo vizioso per un’economia di mercato.

Non lo capiscono Merkozy, Monti, Papademos, Lagarde, Kenny, Barroso ed i loro amici? In realtà credo che lo capiscano, lo sappiano e lo facciano apposta per demolire la poca democrazia rimasta e favorire così l’instaurazione della dittatura del capitale, fautrice del nuovo ordine mondiale. Attaccano l’economia, il benessere delle persone per ridurre libertà e diritti con la scusa della crisi. Mi sembra chiaro che tutti loro sono servi dei neoliberisti che muovono i fili dell’economia globale e che voglio diventare padroni assoluti delle persone. Mi sembra anche chiaro che non si fermeranno finché non vi saranno riusciti e che sono ogni giorno più vicini al raggiungimento del loro obbiettivo.
In Europa il neoliberismo è liderato dalla Germania, prima economia dell’eurozona; le sue banche ed il suo capitale vogliono impossessarsi dell’intero continente acquistando a prezzi stracciati i beni degli altri paesi che, per questo, devono continuare ad avere problemi. Del resto i tedeschi ci hanno già provato con il nazismo che da loro fu partorito, adesso ci provano con altre forme di imposizione dittatoriale non meno odiose di quella.

Personalmente non credo che la soluzione alla crisi sia il ritorno ad una società e ad un’economia di consumo; credo piuttosto che si debba approfittare della congiuntura per sotterrare definitivamente il sistema capitalista neoliberista che ha ampiamente dimostrato di essere settario, dittatoriale, amorale, distruttivo ed antidemocratico. Il capitalismo solo cerca il profitto in sè, senza altri valori. Nel nome del profitto impoverisce il pianeta, uccide la gente, distrugge l’ambiente; non gli importano le tradizioni o la cultura né si fa alcuno scrupolo morale. Il denaro è il suo unico dio che viene adorato al di sopra di qualsiasi altro dio. Per  tutto questo e per ritornare a una società umana fatta di umani e per umani credo che il capitalismo como lo conosciamo oggi, plasmato nelle dottrine neoliberiste, dev’essere completamente sradicato dal pianeta. I suoi seguaci devono essere banditi.
Per me l’unica soluzione è che la gente comune reagisca globalmente ed elimini alla radice il dannoso neoliberismo che favorisce pochissimi speculatori avidi di potere e di controllo, mentre danneggia la quasi totalità delle persone.

Così finisce il documentario di Naomi Klein Shock economy, l'ascesa del capitalismo dei disastri:
In questo momento quando c’è tanto in gioco se vogliamo riposte alla crisi economica che ci lascino un mondo più salutare, più giusto, più pacifico, dobbiamo uscire allo scoperto ed obbligare a crearlo.

Succederà?  Ci sarà una rivoluzione globale? Ho seri dubbi…

28/12/11

2002-2102, l'euro(truffa) compie dieci anni.

No all'euro!
L’1 gennaio 2002 l'euro entrò fisicamente in circolazione in 12 stati europei e iniziò così una delle più grandi truffe ai danni dei cittadini da parte delle banche e dei lobby del potere economico. Ammetto che allora fui uno di quegli sciocchi che con entusiasmo salutarono l'arrivo della moneta unica, anche se già dopo pochi mesi notai che qualcosa non andava bene. Infatti tutti si resero conto che i prezzi erano saliti e che l'euro invece di un'opportunità era un inganno, ma era troppo tardi per tornare indietro. Demmo la colpa agli arrotondamenti o all’eccessivo tasso di conversione, ma di qualunque cosa si trattasse in realtà tutti vedemmo come la nostra valuta nazionale in euro valeva improvvisamente meno e come quindi eravamo più poveri.

Entro pochi giorni l'euro compie 10 anni, circolando in 17 paesi mentre altri fanno la coda per aderire all’eurodisastro. Nel bel mezzo della crisi provocata dagli agenti neoliberisti la moneta unica sta perdendo sempre di più popolarità tra ampi settori di cittadini, mentre coloro che ne traggono beneficio, cioè l'industria, la finanza e le multinazionali, continuano a difenderlo con la complicità dei governanti burattini come la Heil Merkel, il nano Sarkozy, i banchieri Monti e Papademos e il recente eletto zerbino hergestellt in Deutschland Rajoy.

La Commissione Europea pochi giorni fa ha annunciato ufficialmente che non festeggerá il decimo anniversario dell'introduzione dell’eurotruffa e immagino che nessuno pensi di farlo, considerando quello che sta accadendo in Europa dove la sensazione dell’inganno è stata sostituita dalla certezza che siamo le vittime di una truffa perpetrata da banche, aziende e politici neoliberlali globalisti.
Questa certezza è confermata da alcuni dati terrificanti che la Ocu, un’organizzazione spagnola dei consumatori, ha pubblicato in questi giorni e che dimostrano come grazie all’eurotruffa il costo della spesa è aumentato tre volte rispetto all'aumento dei salari dopo l'entrata in vigore dell'euro.
I salari sono aumentati del 14% in 10 anni, mentre i prezzi al consumo si sono incrementati in tutti i settori fino ad arrivare al +32% nella zona euro. In  Spagna la Ocu specifica che la spesa alimentare di una famiglia media è salita da 4600€/anno a 6400€/anno, il che significa un incremento del 48%. Concretamente indica che cosa è successo nel caso di alcuni generi di prima necessità: pane +85%, uova +114%, latte +48%, riso +45%, patate  +116%, olio +33%.

Non si salvano neanche le case il cui prezzo è aumentato del 66% o i trasporti che hanno sommato incrementi che oscillano tra il 45 e il 58%, tutto ciò senza contare i recenti aumenti causati dai tagli vergognosi imposti dalle politiche neoliberiste. Per il trasporti la Ocu indica un aumento del 45% per i treni, del 48% per gli autobus, del 58% per il trasporto urbano e dell’82% per i carburanti. Non conosco i dati dell’Italia, ma sono sicuro che la situazione è assai simile e comunque vale l’informazione dell’aumento medio del 32% dei prezzi nell’eurozona.

Il 1 ° gennaio l'euro compie 10 anni...auguri e zero di questi giorni.

07/12/11

A chi serve l’euro? No all’euro franco-tedesco

NO all'euro franco-tedesco
Il 9 di dicembre si celebra la riunione del Consiglio Europeo che i media di (dis)informazione si sono già incaricati di definire come il summit per salvare l’euro dal disastro. I poteri finanziari e politici stanno da tempo diffondendo tra la popolazione attraverso le loro agenzie di stampa e la televisione quel temore a risvolti drammatici che ci fanno abbassare la testa ed accettare qualsiasi misura liberticida. Non è fantasia; il nanetto Sarkozy si è rivolto ai francesi parlando di rifondazione della UE e la heil Merkel al Bundestag dichiarando che l’euro è l’unica opzione possibile per evitare che l’Europa si spezzi e che tutti i cittadini cadano in un terribile abisso.
Tuttavia io sono cittadino europeo e non trovo che l’euro mi abbia fatto particolamente del bene. Prima ancora che la moneta unica entrasse in circolazione il governo mi mise le mani nelle tasche per rispettare non so quali criteri di convergenza; quando poi mi diedero i nuovi biglietti scoprii che dall’oggi al domani tutto era diventato più caro di circa il 20%. L’UE aveva imposto un cambio spropositato per certi paesi come l’Italia, la Spagna o il Portogallo che ci fece svegliare un bel giorno con meno potere d’acquisto mentre loro –Germania e Francia- conservarono il loro status. Mentre i paesi del nord mantenevano la loro ricchezza, quelli del sud iniziarono a capire che li avevano presi per i fondelli.

Con il trascorrere degli anni le cose sono peggiorate per la gente fino a sboccare nella situazione attuale quando l’appartenenza alla zona euro sta privando la gente dei pochi beni che ha guadagnato con il sudore della fronte. Mi sembra evidente che  al cittadino comune l’euro non fa bene. Ma allora sorge una domanda spontanea: perché il nanodittatore Merkozy si impegna a tutti i costi nella difesa dell’euro?
La risposta come tante altre di questa crisi finanziaria si trova negli uffici dei dirigenti delle banche tedesche e francesi. Il nano e la dittatrice vogliono salvare dalla bancarotta le loro banche che prestarono grandi somme di denaro senza garanzie agli altri paesi europei mediante operazioni finanziarie che se fossero investigate rivelerebbero la loro illegalità.
Oltretutto dietro a queste operazioni illegali chi c’è? C’è Goldman Sachs, la banca USA con cui collaborarono tra gli altri Mario Draghi, attuale governatore della BCE, Mario Monti, attuale primo ministro del governo golpista dell’Italia e Lukas Papademos primo ministro della Grecia. Oltretutto Mario Monti è ancora stipendiato da Goldman Sachs che pretende di diventare ufficialmente la futura banca mondiale del capitalismo globalizzato e che opera nell’ombra come se già lo fosse. Non mi meraviglia che il fantoccio yeswecan Obama faccia pressione sull’UE affinché salvi l’euro perché al contrario si scatenerebbe una crisi molto più ampia anche verso il sistema finanziario americano.

È chiaro che tutti quei politici che chiedono sacrifici alla popolazione, che impongono tagli allo stato del benessere, che prospettano scenari globali disastrosi solo vogliono salvare le loro banche e le loro imprese e per farlo portano alla bancarotta stati interi, vedasi la Grecia. La Germania e la Francia non dubitano di portare al fallimento gli altri paesi europei pur di salvare le proprie banche ed aziende. Banche ed aziende sono le uniche ad avere tratto beneficio da quest’invenzione liberticida chiamata euro. I cittadini comuni invece hanno perso benessere.

La Germania ha bisogno dell’euro più degli altri; ha bisogno di una moneta unica che gli altri stati non possano controllare affinché le sue esportazioni non siano influenzate  negativamente dalla svalutazione delle altre monete. Ha bisogno che gli altri stati europei non possano emettere la loro propria moneta, cosa che in ultima analisi vuol dire mantenere la propria sovranità. La Germania ha una vocazione dittatoriale e lo sta dimostrando ancora una volta. La Francia la segue da vicino perché non vuole rinunciare ad avere una posizione egemonica nella nuova e futura federazione europea. Tuttavia c’è da ricordare che la volontà tedesca di controllare l’Europa ci è costata assai cara agli europei non molto tempo fa.

Perché invece la Grecia, il Portogallo, l’Italia ed il resto di paesi europei che chiaramente stanno pagando molto caro il conto dell’euro e i cui cittadini sono privati di benessere e democrazia insistono a salire sulla carovana della moneta unica? Perché i loro governanti sono vili servi del capitale; non servono il popolo ma gli interessi delle banche e delle aziende, Monti e Papademos in prima fila. Non c’è dubbio, in Spagna è appena stato eletto il conservatore Mariano Rajoy; la prima cosa che ha fatto è stata una riunione con i banchieri del suo paese, poi con i rappresentanti degli imprenditori e per ultimo con le parti sociali. Chiarissimo, no?
Alle multinazionali ed alle banche interessa un mondo globalizzato con una moneta unica che loro controllino. Gli interessa avere ai loro piedi paesi interi per salassarli, per vendergli prodotti e per indebitarli a più non posso; per questo collocano la loro gente, vili servi del capitale, nei posti di comando e non gliene frega niente delle regole democratiche come è successo con il colpo di stato in Italia.
Al grande capitale interessa che l’euro continui in circolazione perché il grande capitale è transnazionale e quando ha divorato tutto quello che ha vicino vuole divorare ancora. Al cittadino comune invece interessa agire localmente secondo la cosiddetta economia reale che non ha pretese di espansione mondiale né di globalizzazione. L’economia reale è quella che viviamo quotidianaente e che ci permette di accedere ad un casa, a prodotti di qualità, alla sanità e all’educazione pubblica, proprio a tutto quello che l’arrivo dell’euro dei banchieri e delle multinazionali ha messo in pericolo.

Certamente a me l’euro franco-tedesco non serve...e a te?

Meditate gente, meditate...