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24/01/11

L’ibuprofene aumenta il rischio di infarto.

Non è un segreto che i farmaci della medicina convenzionale siano un vero e proprio pericolo; basta  leggere la lista degli effetti indesiderati nel bugiardino per rendersi conto che la cura è peggiore della malattia , soprattutto sapendo che esistono alternative molto efficaci alle droghe allopatiche come la omeopatia o la naturopatia, entrambi senza effetti collaterali.
Nessun farmaco si salva; tutti sono antinaturali, come antinaturale è la medicina allopatica.
Le ultime informazioni parlano chiaro: l’ibuprofene aumenta il rischio di infarto del miocardio.
L’ibuprofene è un famoso farmaco usato da milioni di persone che soffrono di atrosi e di altre malattie che provocano dolori. Si tratta di un antiinfiammatorio che viene prescritto quotidianamente dai medici della mutua anche come un semplice antidolorifico in caso di emicranie, dolori mestruali, dolore dentale, dolore postoperatorio.
Il consumo di questa meraviglia della medicina allopatica che molta gente prende come se fossero caramelle aumenta il rischio di soffrire un attacco al cuore secondo uno studio pubblicato dal British Medical Journal.
Finora l’ibuprofene era esaltato come uno dei farmaci più sicuri, ma lo studio dell’Università di Nottingham rivela che il rischio di soffrire un infarto aumenta del 24%. Meno male che si tratta di uno dei farmaci più sicuri...
Ho voluto fare una prova e sono andato in farmacia a comprare ibuprofene 600 mg senza ricetta ed il farmacista non ha dubitato un istante e me l’ha venduto. Sulla confezione si specifica che si vende dietro prescrizione medica con ricetta, ma ovviamente nessuno si preoccupa di frenare e punire queste vendite illegali.
I legislatori invece si preoccupano di frenare la vendita libera di piante medicinali che fin dall’antichità si sono usate per curare senza effetti indesiderati. È solo una delle tante contraddizioni che ci fanno capire quali interessi sconsiderati si nascondono dietro a fatti come questo e soprattutto che ai fabbricanti di morte (case farmaceutiche) ed ai loro tirapiedi (medici allopatici e farmacisti) non interessa per nulla la salute della popolazione.

L’ibuprofene viene venduto con il nome commerciale di Brufen, Moment, Antalgil.

Ecco una lista degli effetti collaterali:

Cardiovascolari:
edema, ipertensione, insufficienza cardiaca; (rari) ipotensione, insufficienza cardiaca congestizia in soggetti con funzione cardiaca compromessa, palpitazioni.
I dati degli studi clinici suggeriscono che ibuprofene ad alte dosi (2400 mg/die) e per trattamenti prolungati possa essere associato ad un rischio aumentato di eventi trombotici (infarto del miocardio o stroke).
La somministrazione di ibuprofene per dosi per dosi < 1200 mg/die non è stata associata ad aumento del rischio di infarto miocardico.

Centrali:
 vertigini, cefalea, irritabilità, tinnito, sonnolenza dose-dipendente; (rari) depressione, insonnia, difficoltà di concentrazione, labilità emotiva, convulsioni e riduzione dell'appetito, sindrome pseudodemenziale (case-report), meningite asettica farmaco-indotta (più frequente in soggetti affetti da lupus erimatoso sistemico o altre collagenopatie).
La sindrome pseudodemenziale è stata segnalata in un paziente anziano (età: 76 anni) dopo 1 settimana dall'inizio della terapia con ibuprofene (1,8 g/die) per il trattamento dell'osteoartrite. I sintomi hanno compreso confusione, non riconoscimento dei parenti e perdita di memoria a breve termine. La sindrome è risultata reversibile con la sospensione del farmaco (Bernstein, Werlin, 2003).
La meningite asettica farmaco-indotta è stata segnalata dopo somministrazione di ibuprofene anche a basso dosaggio (400-600 mg); la presenza di patologie connettivali o di lupus eritematoso sistemico rappresentano fattori di rischio aggiuntivi (Agus et al., 1990; Widener et al., 1978). La meningite si manifesta di solito dopo la somministrazione del FANS, ma sono stati segnalati casi in cui è comparsa dopo 2 anni dall'inizio del trattamento. I sintomi comprendono febbre, cefalea, fotofobia, rigidità nucale, vomito, artralgie, mialgie, rash e dolori addominali. L'esame del liquido cefalorachidiano rivela pleocitosi, principalmente di cellule polimorfonucleate, più raramente di linfociti e eosinofili, elevata concentrazione di proteine, glicorrachia normale. Altri sintomi accompagnatori possono includere confusione, ipotensione, edema periorbitale, disturbi dell'acutezza visiva, parotite, pancreatite, anomalie nel test di funzionalità epatica, prurito, pericardite, letargia, convulsioni, nefrite interstiziale, sindrome nefrosica, insufficienza renale e edema. Sono stati riportati casi di confusione, ansietà, agitazione, reazioni psicotiche, allucinazioni, difficoltà di concentrazione ed amnesia.
Dermatologici:
rash pruriginoso, mucosite, eritema, pigmentazione unguela per deposizione del pigmento non melaninico, eruzioni cutanee anche di tipo maculopapulare, prurito, angioedema; (rari) eritema multiforme bolloso, compresa la sindrome di Stevens-Johnson (la dose varia da 200 a 1200 mg/die, l'esordio della reazione dal giorno della somministrazione fino a 15 giorni dopo) e la necrolisi tossica epidermica, eruzioni vescicolo-bollose, eritema multiforme, alopecia, dermatite esfoliativa, dermatite da fotosensibilità, lupus eritematosus sistemico, peggioramento del decorso della psoriasi.
Ematici: agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica; (rari) pancitopenia, neutropenia, piastrinopenia (con o senza porpora), eosinofilia, anemia emolitica (possibile test di Coombs positivo), riduzione di emoglobina e ematocrito, alterazioni del ciclo mestruale, amenorrea.
Epatici: alterazione della funzionalità epatica; (rari) epatite, ittero, sindrome epatorenale, necrosi epatica, insufficienza epatica.
Gastrointestinali: nausea, vomito, dispepsia, melena, ematemesi, epigastralgie, diarrea, costipazione, crampi addominali, stomatiti ulcerative, escerbazioni di colite e morbo di Crohn, gastrite, dolore epigastrico, pirosi gastrica, enteropatia (perdita di sangue e di proteine, ulcere, deglutizione difficile, stenosi), emorragia gastrointestinale, ulcere peptiche e perforazione; (rari) pancreatite, duodenite, esofagite, enterite acuta, proctite, colite collagenosa. L'ibuprofene tra tutti i FANS è, nell'impiego cronico, uno di quelli meno gastrolesivi. L'enteropatia è riscontrata con tutti i FANS comunemente usati; per l'ibuprofene in particolare, su 29 pazienti studiati, 16 hanno presentato infiammazioni intestinali.
Metabolici: aumento della bilirubina totale.
Oftalmici: disturbi visivi come cecità, cecità temporanea, cromatopsia (Coulter et al., 2003), ambliopia, lacrimazione anomala; (raro) papilloedema associato o meno a pseudotumor cerebri.
E' stato riportato il caso di un paziente con neurite ottica retrolobulare con perdita del campo visivo nel quadrante inferiore destro dopo un utilizzo di breve durata di ibuprofene (Gamulescu et al., 2006).
Renali: (rari) insufficienza renale acuta nei soggetti con preesistente significativa compromissione della funzione renale, necrosi papillare, necrosi tubulare, glomerulonefrite, alterazione dei test della funzione renale, poliuria, cistite, ematuria.
Respiratori: broncospasmo, dispnea, apnea, esacerbazione dell'asma.
L'ibuprofene è stato valutato per ridurre l'infiammazione polmonare nei pazienti con fibrosi cistica.
Nei pazienti con fibrosi cistica la farmacocinetica dell'ibuprofene è alterata: la biodisponibilità è ridotta, il volume di distribuzione è aumentato e la clearance è accelerata (Han et al., 2004). Ne consegue che la dose appropriata deve essere individualizzata. La somministrazione di dosi sufficienti a raggiungere concentrazioni plasmatiche comprese tra 50 e 100 mcg/ml per diversi anni è stata associata a riduzione della velocità di deterioramento della funzionalità polmonare, in particolare nei pazienti pediatrici di età compresa fra 5 e 13 anni.
Sistemici: affanno, xerostomia (alterata secrezione salivare), disidratazione, dolore dorsale; (rari) secchezza degli occhi e della bocca, ulcere gengivali, rinite, gonfiore della regione periorbitale, patologia invasiva streptococcica dopo l'uso di ibuprofene per varicella, ipersensibilità.

L'ipersensibilità può manifestarsi con asma, rash cutanei, prurito, dispnea (da ostruzione laringea o da broncospasmo), sindrome caratterizzata da dolore addominale, febbre, brividi, nausea, vomito, broncospasmo, edema della bocca; (rari) meningite asettica, reazioni anafilattoidi (orticaria con o senza angioedema, shock).

E' stato riportato il caso di un bambino con orticaria ricorrente che ha avuto una reazione anafilattica dopo l'assunzione di una dose convenzionale di ibuprofene (Kang et al., 2007).
Uditivi: disturbi uditivi.

3 commenti:

  1. Non vorrei distruggerti un mito, ma l'ibruprofene si vende sotto ricetta medica per la dose di 600 mg, non per quella da 200 come il moment o l'antalgil.

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  2. Se leggi attentamente il post ho proprio scritto testualmente: "sono andato in farmacia a comprare ibuprofeno 600 mg senza ricetta ed il farmacista non ha dubitato un istante e me l’ha venduto". Non preoccuparti, non distruggi nessun mito, soprattuto considerando che quanto esposto nel post non è un mito, ma il risultato di uno studio dell'Università di Nottingham esposto sul British Medical Journal nel quale sempliceente si parla di ibuprofeno.

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  3. Dimenticavo: non solo aumenta il rischio di infarto, ma anche di aborto secondo uno studio realizzato dall’Università di Montreal e pubblicato nella rivista Canadian Medical Association Journal. http://matteoinitaliano.blogspot.com/2011/09/libuprofene-aumenta-il-rischio-daborto.htm

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