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08/09/11

L'ibuprofene aumenta il rischio d'aborto


Non è proprio un segreto che i farmaci della medicina ufficiale siano un vero pericolo; basta leggere sul bugiardino l’elenco degli effetti secondari per capire che il rimedio è peggiore del male, soprattuto se prendiamo in considerazione che vi sono alternative molto efficaci alle droghe allopatiche come la omeopatia o la naturopatia.
Nessun medicamento chimico si salva; visto che sono artificiali, tutti quanti sono antinaturali, come antinaturale è la medicina allopatica.

All’inizio di quest’anno siamo venuti a conoscenza del fatto che l’ibuprofene aumenta di un 24% le possibilità di soffrire un infarto (leggilo qui) ed ora vengono alla luce altri dati che spiegano che questo popolare e vendutissimo antinfiammatorio aumenta il rischio di abortire.
Concretamente l’assunzione di ibuprofene durante la prima fase della gravidanza può duplicare il rischio di soffrire un aborto spontaneo.
Lo studio è stato realizzato dall’Università di Montreal e pubblicato nella rivista Canadian Medical Association Journal; le conclusioni che si leggono non lasciano ombra di dubbio e specificano che prendere questi antiinfiammatori 15 giorni prima del  concepimento e durante le prime 20 settimane di gravidanza è associto al rischio 2,4 volte maggiore di soffrire un aborto involontario.
In questo caso lo studio analizzava tutti i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ossia l’ibuprofene, il rofecoxib, il celecobix e il dicoflenac, e tutti hanno dimostrato la stessa pericolosità indipendentemente dalla dose ingerita. Infatti lo studio specifica che qualsiasi quantità può aumentare le probabilità di un aborto spontaneo.
Questi farmaci sono prescritti per numerose patologie e sintomi comuni quali la febbre, dolori o infiammazioni; si prendono come se fossero caramelle e in farmacia vengono venduti senza ricetta medica, anche se in realtà ci vuole.

La medicina ufficiale, la allopatia, dimostra ogni giorno di più che i suoi rimedi chimici sono tossici e pericolosi oltre che antinaturali. Le case farmaceutiche sono protagoniste di pratiche commerciali discutibili, quando ad esempio tacciono i dannosi effetti secondari delle loro medicine o comprano le coscienze di medici e ricercatori senza scrupoli disposti ad approvare questi veleni  per un fascio di biglietti. Tutto questo accade perché le case farmaceutiche si intascano cifre astronomiche di denaro con la vendita dei loro prodotti, di modo che non mi meraviglia che continuino a distribuire queste pericolose droghe. Per loro non esiste etica alcuna.
Mi meraviglia invece che nessuno le fermi, i governi non intervengono. Chissà perché…
Mi meraviglia invece que la stragrande maggioranza della gente consumi questi prodotti, considerando oltretutto che esistono alternative valide come la omeopatia o la naturopatia che non hanno gli effetti secondari mortali tipici dei farmaci della medicina ufficiale.


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