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07/04/11

Cose da sapere sul nucleare.

Mi faccio eco di una campagna pubblicitaria lanciata da un sito web tedesco e che si chiama Fatti riguardo l'energia nucleare che mi ha segnalato un fedele lettrice del blog, oltre che cara amica.

L'Italia è ancora in tempo per fermare questo attentato della nucleocrazia alla salute del pianeta e delle persone. Di NO al nucleare!

Grazie Sandra per l'utile segnalazione...

Campagna pubblicitaria internazionale "Fatti riguardo l’energia nucleare"
Energia nucleare? Un vicolo cieco
L’uranio basta ancora soltanto per pochi decenni – e dopo?
Come la combustione dei carburanti fossili, la cui disponibilità è limitata, così anche l’energia nucleare conduce ad un vicolo cieco. Perché l’uranio necessario al funzionamento delle centrali nucleari è una materia prima esauribile. Il progetto dei "reattori veloci", con i quali si sperava di far durare nel tempo le riserve, si è rivelato un fallimento per motivi tecnici e economici. Tra pochi decenni l’industria nucleare non avrà più combustibile. Dato che oltre a quelle di uranio, anche le riserve di petrolio e metano fra non molto tempo si saranno esaurite, a lungo andare l’umanità potrà coprire il proprio fabbisogno d’energia solamente per mezzo di fonti rinnovabili e di un uso più efficiente dell’energia.
La presunzione dell’energia nucleare
Rinunciare all’elettricità nucleare per l’approvvigionamento d’energia è possibile
Per vantare l’importanza del nucleare, l’industria nucleare fa costante riferimento al suo contributo alla produzione di elettricità. Se si va a vedere, però, quale sia realmente l’apporto dell’energia nucleare al consumo energetico mondiale, risulta evidente che l’energia nucleare non riveste pressoché alcuna importanza per il fabbisogno energetico dell’umanità. L’elettricità nucleare ha coperto nel 2001 soltanto il 2,3 per cento del consumo mondiale d’energia. Oggi il contributo dell’energia rinnovabile all’approvvigionamento energetico mondiale è già nettamente superiore. L’umanità può rinunciare completamente allo scarso contributo dell’energia nucleare. Il rischio di incidenti nucleari, la produzione di scorie ad alta radioattività e i costi relativi al loro smaltimento sono del tutto sproporzionati rispetto alla marginale quantità di energia che il nucleare – ormai solo per poco tempo ancora – può fornire.
Il nucleare, gioco d’azzardo con le nostre vite
Rischio di Massimo-Incidente-Ipotizzabile in Europa: 16 per cento
In ogni centrale nucleare, in seguito ad errori tecnici o umani, possono verificarsi gravi incidenti, con conseguente sprigionamento d’ingenti quantitativi di radioattività. Secondo i dati ufficiali dell’Indagine tedesca sul rischio nelle centrali nucleari – Fase B, in ogni centrale nucleare tedesca, la percentuale di probabilità che nell’arco di quarant’anni di funzionamento avvenga il Massimo-Incidente-Ipotizzabile è pari allo 0,1 per cento. Più di 150 sono le centrali nucleari in funzione in Europa. Le probabilità, dunque, che un Massimo-Incidente-Ipotizzabile abbia luogo in Europa, si aggirano intorno al 16 per cento. Le stesse, in pratica, che si hanno con un dado di fare sei al primo lancio. In tutto il mondo sono attive circa 440 centrali nucleari: le probabilità che sulla Terra in quarant’anni si verifichi un Massimo-Incidente-Ipotizzabile raggiungono il 40 per cento. Come la catastrofe nucleare di Cernobyl ha dimostrato, il numero dei morti nel caso di un Massimo-Incidente-Ipotizzabile è di diverse decine di migliaia.
Energia nucleare = rifiuto
Nessuno vuole un’eredità del genere
Attraverso la fissione nucleare una centrale nucleare trasforma barre di uranio in scorie altamente radioattive. Le scorie rappresentano un pericolo mortale per l’uomo a causa delle loro radiazioni radioattive. Per questo uomini, animali e piante devono essere tenuti al riparo da queste per centinaia di migliaia di anni. Le centrali nucleari sono in funzione già da 50 anni, ma nessuno ancora sa come si possa provvedere ad un deposito sicuro per le scorie altamente radioattive prodotte. Per queste non esiste al mondo nessuna possibilità di smaltimento senza rischi. Il breve episodio dell’uso di energia nucleare lascerà dietro di sé con le scorie il peso di un’eredità di dimensioni planetarie. Se l’uomo primitivo avesse avuto centrali nucleari, ancora oggi dovremmo custodirne noi le scorie.
Energia nucleare: un alibi a prova di bomba
L’energia nucleare favorisce la proliferazione delle armi nucleari
Gli stati che nei decenni passati hanno progettato e costruito bombe atomiche iniziarono per prima cosa con l’uso civile del nucleare. Il programma civile però spesso non era che una copertura per i loro veri interessi militaristici, fornendo loro le tecnologie e le conoscenze necessarie alla costruzione di bombe atomiche. Questo dimostra che con l’esportazione e l’ulteriore diffusione di tecnologie nucleari aumenta il rischio di proliferazione di bombe atomiche.
L’energia nucleare e il disastro climatico
L’energia nucleare non può salvaguardare il clima
L’industria nucleare riconosce l’impossibilità di sostituire carbone, petrolio e metano per mezzo di centrali nucleari. Per poter giungere nel 2050 alla sostituzione del 10 per cento dell’energia fossile si dovrebbero costruire nientemeno che 1000 nuove centrali nucleari (attualmente le centrali in tutto il mondo sono circa 440). La costruzione di questi impianti – ammesso che ciò fosse realizzabile - durerebbe diversi decenni. Le riserve di uranio, invece, si esaurirebbero in breve tempo. Lo stesso IAEA, Ente Internazionale per l’Energia Atomica, riconosce che il settore nucleare non potrebbe venir potenziato così in fretta da poter essere in grado di rallentare il mutamento climatico. La soluzione è un’altra: diversi scenari energetici mondiali possibili dimostrano che il problema del clima potrà essere risolto soltanto per mezzo di energie rinnovabili e tecnologie energetiche efficienti ed economiche.
L’energia nucleare e la disoccupazione
Posti di lavoro? Il settore eolico batte l’industria nucleare
L’energia nucleare è ad alta intensità di capitale; le energie rinnovabili sono ad alta intensità di (posti di) lavoro. Il caso della Germania lo dimostra: nel 2002 le persone a cui l’industria nucleare dava lavoro erano 30 000. Nel solo settore tedesco dell’energia eolica lavoravano invece già più di 53 000 persone. 120 000 erano già i posti di lavoro offerti dall’intero settore delle energie rinnovabili, nonostante il suo esiguo contributo all’approvvigionamento energetico. Con un ulteriore potenziamento di questo settore si aggiungono ogni giorno nuovi posti di lavoro. Il potenziamento di questo settore in tutto il mondo porterebbe in pochi anni alla creazione di molti milioni di posti di lavoro.
Alternative all’energia nucleare
100% di energia da sole, vento, acqua e biomassa
Nel 2002 il Parlamento tedesco ha presentato un programma energetico, secondo il quale l’intero approvvigionamento d’energia tedesco è realizzabile con sole energie rinnovabili entro il 2050. Quel che è possibile in Germania – un paese con una piccola superficie, un’alta densità di popolazione e consumo energetico, e con un alto standard di vita – è possibile ovunque. L’industria energetica stessa riconosce, frattanto, che entro il 2050 a livello mondiale si possa produrre da fonti rinnovabili più energia di quanta l’umanità non ne consumi oggi. Il fabbisogno d’energia del nostro pianeta può esser coperto da una combinazione di impianti solari termici e elioelettrici, impianti aeroelettrici, centrali idroelettriche e dalle diverse forme di impiego di biomassa. Per frenare la crescita del fabbisogno mondiale di energia inoltre si deve ricorrere a tecnologie impostate sul risparmio energetico. La rapida costituzione di un’economia mondiale solare rappresenta un passo decisivo, per evitare guerre fatte per materie prime che scarseggiano, come il petrolio, il metano e l’uranio.
Spegniamo le centrali nucleari. 
 

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